2.12.10

Class action contro Rai: perplessità

Ricevo via mail l’invito ad aderire alla Class Action contro la Rai per “violazione del contratto di servizio pubblico” (non la link direttamente, ma si può trovare rapidamente qui).

Umh…so di fare il pistino, ma una class action scritta così, mi lascia assai dubbioso.

Nella pagina web ove viene promossa la Class Action non vedo alcun link al citato contratto di Servizio Rai, per poter fare confronti e analisi in modo indipendente.
Perché sono scettico?

Perché la CLASS ACTION, regolata in Italia da una legge entrata in vigore all’inizio del 2010, è ESTREMAMENTE a favore delle imprese, con la cooptazione delle associazioni di consumatori, le uniche autorizzate ad avanzare ClassAction.

E sapete come sono i tempi?

Occorre aspettare TUTTI E TRE I GRADI DI GIUDIZIO E SENTENZA di Cassazione, per verificare che la Class Action vada in porto.

MA NON FINISCE QUI: DOPO, per avere il risarcimento, occorre che ciascun firmatario intenti una propria causa civile individuale (con relativi tre nuovi gradi di giudizio), con la quale avrà diritto al risarcimento richiesto.

Morale: il mio dubbbio è che queste mosse siano anzitutto a beneficio delle Associazioni di Consumatori, che si trovano così un bel meccanismo per “autogenerarsi clienti”.

2 commenti:

marco pierani ha detto...

Ciao,
ho qualche perplessità circa le tue perplessità ;)
hai infomazioni poco aggiornate sulla legge italiana sulle class action, la sua versione entrata in vigore che trovi qui http://www.codicedelconsumo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=54&Itemid=58 all'art 140 bis del Codice del Consumo prevede che ogni singolo consumatore può avviare una class action, anche senza l'appoggio, l'aiuto, l'organizzazione, di una associazione di consumatori ... il problema è che fare una class action con la legge italiana è un vero bagno di sangue, in termini di costi e di responsabilità che ci si sobbarca quindi è dura che un singolo consumatore si imbarchi da solo in una avventura simile, è altrettanto difficile che siano avvocati e studi legali a farsene promotori, in quanto in italia a differenza che negli Stati Uniti non ci sono danni punitivi ...
quindi è verissimo che la legge italiana sulle class action "è ESTREMAMENTE a favore delle imprese" ma circa la "la cooptazione delle associazioni di consumatori, le uniche autorizzate ad avanzare ClassAction" hai informazioni scorrette o poco aggiornate, se vuoi possiamo approfondire.

Anche su questo punto: "MA NON FINISCE QUI: DOPO, per avere il risarcimento, occorre che ciascun firmatario intenti una propria causa civile individuale (con relativi tre nuovi gradi di giudizio), con la quale avrà diritto al risarcimento richiesto" e, in particolar modo, per quanto concerne cause come quella che abbiamo promosso contro Rai, quanto sostieni non è affatto rispondente al vero.

Infine sul tuo punto: "Morale: il mio dubbbio è che queste mosse siano anzitutto a beneficio delle Associazioni di Consumatori, che si trovano così un bel meccanismo per “autogenerarsi clienti”." c'è da dire che Altroconsumo non chiede un centesimo a chi voglia sostenere iscrivendosi sul form online sul suo sito questa azione di classe, se poi chi si avvicina così all'associazione ha modo di conoscerla e vuole associarsi noi siamo contenti ma non ci vedo veramente nulla di male, anzi ...
Il prossimo passo in ogni caso nella class action contro Rai è quello di ottenere l'ordinanza di ammissibilità dal Tribunale di Roma e speriamo di avere tutto il supporto necessario da parte di chi ritiene - come noi - che la Rai abbia, durante il 2010, più volte violato il contratto di servizio ...
mi fermo qui, ciao

biolatti ha detto...

Buongiorno Marco, e grazie della gradita risposta, che non fa che confermare che ho fatto bene a esporre le mie riflessioni sul web in modo da confrontarle pubblicamente, anzichè relegarle a mera risposta privata via mail.
Ho letto con attenzione il tuo commento, e ti ringrazio molto per gli appunti che hai lasciato. La necessità dei tre gradi di giudizio ANCHE PER IL PRIVATO a valle della vittoria della ClassAction ricodo che l'avevo vista a suo tempo su qualche rivista di settore (o quotidiano?) ma ahimè non rammento quale. E' però anche la versione attualmente presente su wikipedia, mi pare (http://it.wikipedia.org/wiki/Class_action) quindi ti pregherei di provare a modificare, nello spirito collaborativo di wikipedia, la pagina in questione con le info aggiornate e corrette da te citate.
Detto questo rinnovo un elemento secondo me sostanziale: condividendo l'impostazione di massima della class action, ritengo che per potersi fare un'idea personale completa sia NECESSARIO un link diretto al citato "Contratto di Servizio RAI", che invece non vedo riportato nè trovo online (anche perchè online trovo più facilmente il contratto 2007-2009, ma non quello 2010-2012, che suppongo sia quello verso cui si vuole muovere la ClassAction).Come dire, le mie perplessità, per parafrasare, sono più legate alla mancata possibilità di APPROFONDIRE il testo, che a mio personalissimo giudizio lascia spazi di fraintendimento, che non a questioni di merito o contenuto, che condivido in pieno (la distribuzione scorretta del minutaggio alle forze politiche è una cosa aberrante, così come la cancellazione dei programmi di approfondimento in periodo elettorale...).
Detto questo...in bocca al lupo a voi di AltroConsumo per l'ammissibilità della ClassAction che spero venga confermata quanto prima! Ciao